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Si può prescindere dalla conoscenza della sessualità?

Si può prescindere dalla conoscenza della sessualità?

Si può prescindere dalla conoscenza della sessualità, in ambito psicologico? Ci sono degli argomenti che non necessariamente ci troviamo a dover affrontare nella nostra pratica professionale. Ad esempio, in ambito clinico, possiamo decidere di non seguire determinati tipi di pazienti per svariate ragioni, tra cui quella che non abbiamo le competenze per farlo, ma ci sono alcuni temi che non possiamo esimerci dal trovarci di fronte nel nostro lavoro, in modo trasversale.

Ad esempio, difficilmente potremo incontrare solo ed esclusivamente clienti che non hanno mai avuto a che vedere con l’uso, l’abuso o la dipendenza da sostanze nelle loro storie di vita.

Stessa cosa vale per la sessualità, ma in modo molto più esteso: i pazienti, gli sportivi, i lavoratori, i genitori, gli adolescenti, gli insegnanti, i carcerati, le persone con disabilità… tutti, ma proprio tutti coloro che si rivolgono a noi, possono portarci delle esperienze, delle difficoltà, delle influenze che riguardano la sfera sessuale.

Per lavorare con tutti i pazienti o clienti è necessario pertanto avere una conoscenza degli aspetti culturali, evolutivi, relazionali, semantici, per citarne solo alcuni, relativi alla sessualità. Sapere quali aspetti indagare in fase anamnestica, lavorare su di sé e sulle proprie difficoltà emotive, conoscere le influenze della propria educazione ed esperienza in ambito sessuale.

Per lavorare con pazienti non strettamente sessuologici ma con forti componenti sessuali dobbiamo saper fare psicoeducazione in ambito sessuale, integrare alla psicoterapia degli aspetti psicosessuologici e spesso lavorare con gli aspetti traumatici legati alla sessualità.

Il lavoro con i pazienti strettamente sessuologici richiede, infine, oltre a quanto già detto, una conoscenza specifica sul funzionamento della risposta sessuale, sui disturbi associati alle sue fasi, sulla terapia mansionale integrata; è necessario saper fare una raccolta anamnestica adeguata, essere in grado di fare una diagnosi, sapere quali sono i principali ostacoli al cambiamento, le dinamiche relazionali specifiche dentro e fuori la terapia, avere una buona gestione dei tempi della terapia legati ai singoli casi, e molto altro ancora.

Benché la conoscenza della sessualità sia importante per i professionisti del benessere psicologico in qualunque ambito essi lavorino, ci sono due macro-aree principali di interesse psicosessuologico in cui gli psicologi e le psicologhe possono decidere di lavorare e che richiedono specifiche competenze: quello educativo e quello clinico.

L’educazione sessuale non è solo quella che si fa con i minori, nelle scuole, nei consultori o negli altri ambienti frequentati da questa tipologia di utenza. Si può fare educazione sessuale anche ai genitori, agli insegnanti, agli operatori sanitari, e l’educazione alla sessualità è inoltre un aspetto importante durante tutta la vita delle persone, di cui possono usufruire con grandi benefici uomini e donne di tutte le età.

In ambito clinico possiamo trovarci ad avere a che fare con la sessualità sotto diversi aspetti, con tutti i nostri pazienti e le nostre pazienti, ma esistono casi in cui la sessualità è una componente forte o addirittura esclusiva delle richieste che ci vengono fatte.

Durante la fase anamnestica qualche informazione sulla sfera sessuale bisogna chiederla, sempre, a tutti i pazienti. Per i pazienti sessuologici, invece l’anamnesi, è più specifica e deve prevedere la storia affettiva, l’educazione sessuale ricevuta, la conoscenza del corpo e il rapporto con la sessualità, il significato che la sessualità ha per la persona, la presenza di eventi stressogeni o traumatici legati alla sessualità, e molto altro.


La sessualità è un elemento fondamentale della vita delle persone, ha a che vedere con i diritti umani ed è parte integrante del benessere personale e relazionale degli individui. Pertanto, per tornare alla domanda iniziale, chi lavora nell’ambito della salute psicologica non può esimersi dal conoscerla.

Se abbiamo un problema personale verso questo tema dobbiamo affrontarlo, lavorare su noi stessi e il nostro approccio; se sentiamo di avere delle carenze di conoscenza e competenza su questo argomento dobbiamo necessariamente documentarci e formarci.

“La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano nell’arco di vita e comprende il sesso, le identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità è sperimentata ed espressa attraverso pensieri, fantasie, desideri, credenze, attitudini, valori, comportamenti, pratiche, ruoli  e relazioni”. “La sessualità è influenzata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, culturali, legali, storici, religiosi e spirituali”.

Associazione Mondiale per la Salute Sessuale (WAS) – Dichiarazione dei Diritti Sessuali

Articolo a cura di Laura Salvai, psicologa – psicoterapeuta, sessuologa clinica, terapeuta EMDR.


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