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Consigli di lettura: “Psicoporno – Dodici racconti alla ricerca di Eros”

Psicoporno - Dodici racconti alla ricerca di Eros

Narra il mito che la dea Afrodite, invidiosa della straordinaria bellezza di Psiche, chiese a suo figlio Eros di scoccare una freccia su di lei, facendola innamorare dell’uomo più brutto della Terra. Eros però, vedendola, ne rimase a tal punto incantato che, per distrazione, una delle sue frecce lo colpì al piede e si innamorò perdutamente di lei. Da allora, ogni sera Eros andava dalla fanciulla per vivere il loro amore insieme, senza mostrarle mai il suo volto.

Psiche tuttavia, incuriosita dall’identità del proprio amante, una sera ne illuminò il volto con una lanterna, ma una goccia d’olio bollente cadde su Eros che, svegliatosi, scappò via abbandonando la ragazza. Psiche allora cominciò a cercarlo dappertutto e Afrodite, piena di ira per quanto accaduto, la sottopose a difficilissimi prove.


I racconti presentati nella raccolta, edita da Buendia Books, “Psicoporno – Dodici racconti alla ricerca di Eros” che ho avuto la possibilità di leggere in anteprima, sembrano le prove che Psiche deve affrontare nella sua ricerca disperata di Eros. A tessere la trama del viaggio di Psiche stavolta troviamo tre coraggiose psicologhe che, ognuna con il proprio background e il proprio stile, offrono al lettore dodici diversi scenari accomunati dall’eterno ricercarsi di Amore e Psiche.


Le tre coraggiose psicologhe sono Valeria Bianchi Mian, psicoterapeuta junghiana, Debora Riva psicologa dell’universo Underground, e Laura Salvai, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e sessuologa.
I racconti sono organizzati in triplette e, leggendoli, si ha la sensazione di un lavoro corale dove le tre anime delle scrittrici, pur nella loro riconoscibile diversità, si armonizzano accompagnando il lettore nei meandri della sessualità: da desiderio squisitamente umano fino a spingersi a illuminarne anche i risvolti più oscuri, quando in particolare l’eros si intreccia ai disturbi parafilici, alla disperazione più profonda fino alle condotte cruentemente criminali.

Il tutto viene presentato con uno sguardo mai giudicante bensì volto a descrivere, narrare, comprendere, mettendo da parte le convenzioni, a tratti con una punta di ironia in alcuni racconti, ma sicuramente senza fare censure e con una ricerca di un’autenticità non costretta dal giudizio morale.


Nei racconti di Valeria Bianchi Mian eros, archetipo e mito si intrecciano in storie che raggiungono picchi intensi, noir e tragicamente dolorosi come in “Odi et amo”.


Debora Riva ci guida all’interno del mondo del kink, della sessualità atipica, dando voce al vissuto non solo di chi prova pratiche erotiche meno convenzionali, ma anche di uno degli strumenti attraverso cui questo si realizza, come nell’originale e ironico “Memorie di un dildo”.


Laura Salvai esprime appieno la sua passione non solo per la psicologia e la sessuologia ma anche per il cinema, offrendo dei racconti capaci di evocare immagini potenti, che scorrono come in un film dai risvolti a tratti horror a tratti thriller, con finali dove si ci trova constantemente spiazzati e dove nulla è come sembra fino a un attimo prima. Nel suo racconto “Feedee” parafilia e thriller hanno l’incontro più ravvicinato e scioccante.


Ad arricchire questa intensa raccolta di racconti ci sono le evocative illustrazioni in bianco e nero di Valeria Bianchi Mian con il contributo di Debora Riva e Laura Salvai e, alla fine, anche un glossario volto a “guidare i lettori dentro il labirinto del piacere e del dolore”, in cui vengono descritti diversi termini usati dalle autrici nelle loro storie, dando la possibilità anche di imparare aspetti non conosciuti della sessualità.


Da psicologa, appassionata lettrice di libri e cinefila, ho trovato in “Psicoporno – Dodici racconti alla ricerca di Eros” non solo un libro estremamente interessante, ma anche una lettura emotivamente potente e coinvolgente, dove ogni racconto attira alla lettura del successivo e da cui, alla fine, ne sono uscita piacevolmente provata, come una moderna Psiche attraverso il complesso mondo di Eros, tra energia attrattiva e repulsiva.

Articolo a cura di Laura Lambertucci, psicologa e psicoterapeuta. Specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso “Studi Cognitivi”. Ha conseguito i livelli 1 e 2 del training in EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e i livelli basic e intermediate del training in Terapia Metacognitiva Interpersonale


Vuoi approfondire? Guarda l’intervista completa alle autrici qui:

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Consigli di lettura: “Prove d’autore – Corso semiserio di scrittura emotiva”

Prove d'autore - Articolo

Prove d’autore – Corso semiserio di scrittura emotiva” è un libro scritto per Algra Editore da Sarah Grisiglione, psicologa, psicoterapeuta analitico-transazionale e docente liceale, che ho letto con grande curiosità e interesse. Avere inoltre l’occasione di dialogare con lei per Formapsicologi è stata un’occasione importante di approfondimento, da cui sono uscita arricchita e con vari spunti anche per il mio lavoro da psicoterapeuta.

Partiamo dalla composizione del libro: Sarah Grisiglione ci presenta un corso di scrittura rivolto a tutti, non solo ad appassionati. Il libro è composto da 14 esercizi di scrittura che non solo l’autrice descrive nel dettaglio riportandone la traccia ma in cui si cimenta lei stessa, donandoci esempi su cui riflettere.

Ogni esercizio è corredato da poesie dell’autrice, che traggono spunto dalle emozioni emerse nel corso della sua realizzazione. In fondo a ogni esercizio ci sono anche delle pagine strutturate come fossero quelle di un quaderno a righe, permettendo al lettore di scrivere seguendo la traccia. Il libro quindi non solo costituisce occasione di apprendimento, ma anche possibilità di provare noi stessi a lasciarci guidare dagli esercizi.

L’obiettivo principale del corso presentato da Sarah Grisiglione è quello di far emergere le proprie emozioni “liberandole su un foglio” e venirne in contatto, seguendo i suoi suggerimenti.

Nel corso del nostro dialogo ampio spazio è stato dato anche all’utilizzo della scrittura emotiva in psicoterapie individuali, di gruppo e anche in contesti come quello scolastico, con esempi tratti dall’esperienza dell’autrice, specificando l’importanza di un’accurata formazione per poter usare la scrittura in ambito clinico e come sia importante valutare se essa sia il mezzo idoneo per quello specifico paziente.

Oltre a parlare dei vari esercizi leggendo anche dei passi tratti dal libro, abbiamo parlato in particolare di come la scrittura in terza persona possa aiutare il paziente a raccontare un proprio vissuto di profonda sofferenza, in un modo che ne permetta poi la successiva elaborazione. 

Confrontandoci infine sull’ultimo esercizio “Raccontate un film attraverso le emozioni provate” ci siamo anche confrontate su come il cinema possa essere un altro veicolo di espressione di tematiche su cui lavorare.

Concludendo, “Prove d’autore” è un libro che apre una finestra sull’impiego della scrittura per esplorare il proprio mondo interiore e lo fa con un approccio molto pratico, che guida il lettore a piccoli passi attraverso esercizi volti a creare personaggi, inizi o finali di storie, allo scopo di arrivare a scrivere il libro che già abita dentro di sé.

Articolo a cura di Laura Lambertucci, psicologa e psicoterapeuta. Specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso “Studi Cognitivi”. Ha conseguito i livelli 1 e 2 del training in EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e i livelli basic e intermediate del training in Terapia Metacognitiva Interpersonale


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Consigli di lettura: “La Terapia Metacognitiva Interpersonale di Gruppo (TMI-G) per i disturbi di personalità”

La TMI-G

Ho avuto l’occasione di intervistare per Formapsicologi Raffaele Popolo autore, insieme a Giancarlo Dimaggio e Paolo Ottavi, di un interessante libro di recente uscita per la FrancoAngeli dal titolo “La Terapia Metacognitiva Interpersonale di Gruppo (TMI-G) per i disturbi di personalità”.

Raffaele Popolo è psichiatra, psicoterapeuta e cofondatore del Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma. Nel corso del nostro dialogo, di cui è disponibile la videoregistrazione on-demand, Popolo parla con passione e accuratezza della TMI-G, un modello efficace di trattamento breve per pazienti con disturbi di personalità, validato empiricamente e fondato sulla Terapia Metacognitiva Interpersonale.

La TMI-G è composta da 16 sedute a cadenza settimanale in cui, nel corso delle prime 15 sedute, vengono presentati i Sistemi Motivazionali Interpersonali (agonistico, affiliazione/appartenenza, attaccamento, accudimento, esplorativo, sessuale e cooperativo), mentre l’ultima seduta è dedicata al confronto libero tra i partecipanti sulla propria esperienza nell’intero percorso.

Per ogni sistema motivazionale sono previste 2 sedute consecutive, ad eccezione del sistema cooperativo a cui vengono dedicate 3 sedute, sia perché tende ad essere il meno sperimentato dai pazienti con disturbo di personalità, sia per evidenziarne l’importanza ai fini del superamento delle problematiche relazionali. Ogni seduta è divisa in una prima parte psicoeducativa e in una seconda parte esperienziale, dove si  impiega la tecnica del role play. La parte psicoeducativa non è solo informativa, ma è anche preparatoria alla seconda: la presentazione di materiale inerente i sistemi motivazionali stimola infatti l’emergere di memorie autobiografiche e il contatto col proprio mondo interno.

Nel libro, come evidenziato anche nel corso dell’intervista, vengono descritte in modo approfondito tutte le caratteristiche della TMI-G (modello teorico alla base, scopi e regole del protocollo, composizione delle sedute, struttura del gruppo, indicazioni per affrontare le varie difficoltà che possono emergere …).

Il gruppo diventa quindi risorsa preziosa, in quanto contesto capace di offrire “uno spazio semi-naturalistico” in cui i pazienti possono esercitare le loro abilità metacognitive, migliorare il loro funzionamento sociale e sperimentare inoltre un senso di appartenenza e comunanza con gli altri, esperienza quest’ultima nuova per molti.

Nel corso del dialogo, abbiamo potuto approfondire anche il “dietro le quinte” della TMI-G, ossia  come è nato e come si è sviluppato il lavoro che ha portato alla sua elaborazione e anche come sia possibile integrarla con la psicoterapia individuale. Ne emerge il racconto di un importante lavoro di squadra, che promette interessanti sviluppi futuri.

Articolo a cura di Laura Lambertucci, psicologa e psicoterapeuta. Specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso “Studi Cognitivi”. Ha conseguito i livelli 1 e 2 del training in EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e i livelli basic e intermediate del training in Terapia Metacognitiva Interpersonale


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Consigli di lettura:  “Il diavolo prenda l’ultimo – La fuga del narcisista”

Il diavolo prenda l'ultimo

Dopo l’intervista per il libro “Un attimo prima di cadere. La rivoluzione della psicoterapia”, torno di nuovo a dialogare per Formapsicologi con Giancarlo Dimaggio, psichiatra e psicoterapeuta, co-fondatore del Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma. L’occasione questa volta è offerta dal suo ultimo libro pubblicato da Baldini+Castoldi, “Il diavolo prenda l’ultimo. La fuga del narcisista” (2021), che racconta e tratta (uso i due verbi non a caso, come si capirà meglio poi) di un disturbo spesso frutto di stigma e divulgazione non corretta: il disturbo narcisistico di personalità.

La prima impressione che ho avuto da lettrice è quella di un libro appassionante, sia per le storie narrate sia per il grande interesse psicologico che suscita. Il libro infatti è soprattutto un romanzo che si fa anche saggio, non solo per la teoria psicologica che permea la trama, ma anche per la presenza di una trattazione finale sullo stato della psicoterapia del narcisismo oggi.

Il romanzo racconta le vicissitudini di Lorenzo Sartori, un giovane psicoterapeuta che, alla fine degli anni ’90, si ritrova a confrontarsi con i primi pazienti che interrompono bruscamente la terapia, spesso senza più fare ritorno, esperienza difficile per ogni psicoterapeuta, specie alle prime armi.

Lorenzo vuole essere bravo ed è ansioso di apprendere e migliorarsi per cui, dopo aver accumulato una serie di drop out, si domanda quale sia il problema. Il romanzo segue il percorso di Lorenzo per dare risposta a questo interrogativo e, attraverso lo studio, la supervisione e la terapia personale, capirà che una parte del problema è connessa a errori tecnici commessi in seduta e un’altra fondamentale parte affonda in “luoghi oscuri” interiori connessi alla sua storia personale, su cui ancora non aveva fatto luce. Inoltre, la difficoltà di Lorenzo è anche dovuta al trovarsi di fronte a narcisisti, pazienti che mettono in crisi il terapeuta con un atteggiamento di disprezzo e sfiducia latenti. Tuttavia, dietro la facciata a tratti arrogante, a tratti provocatoria e chiusa, celano un dolore difficile da contattare ma che, in questo libro, possiamo avvicinare e comprendere.

La storia di Lorenzo si intreccia quindi con la storia dei suoi pazienti, che conosciamo attraverso le sedute descritte nel libro, raccontante con un registro ironico e allo stesso tempo sensibile, capace di dare forma con rispetto alla persona del narcisista e al suo mondo interiore oltre l’apparenza.

Nell’intervista, Dimaggio ci spiega il significato del titolo così enigmatico:

Quando ne conosci il funzionamento (del narcisista), scopri dei lati molto chiari. Il primo è che la presentazione può essere di arroganza, menzogna, superiorità, disprezzo, mancanza di empatia, inaffidabilità … tutta una serie di qualità poco gradevoli dal punto di vista umano, ma quando andiamo a osservarne l’animo, quello che rimane la sera prima di spegnere le luci, ecco lì non vedi il tiranno, vedi la persona che sta in uno spazio vitale estremamente esile perché, se smetti quella che sembra una corsa verso l’alto ma che in realtà è una fuga, se smetti di mirare a quell’eccellenza che poi dentro di te non raggiungi mai, sei dominato dal terrore che ti prenda quella figura che ti aleggia alle spalle, malevola, il diavolo (…) ma il punto è che anche per quelli che hanno possibilità di eccellere, anche lì quel terreno è pericoloso, perché dall’altro estremo dell’esistenza c’è il tiranno, come se sfidassero un’autorità superiore che ama poco essere messa in discussione.

Nel corso del dialogo, anche attraverso le numerose domande ricevute dagli spettatori al webinar, abbiamo approfondito varie interessanti tematiche tra cui: la mancanza del “motore nucleare” dell’esistenza nei narcisisti, le loro storie familiari, il dolore dell’altro come “vincolo penalizzante e paralizzante”, le problematiche nelle relazioni amorose, la comorbidità con altri disturbi ed elementi di tecnica di psicoterapia con consigli pratici per i terapeuti, anche contenuti nel saggio.

Nel finale di un’intervista ricca di molti spunti, Dimaggio ci legge un estratto del libro, un pezzo emotivamente toccante che ben rappresenta un libro che vuole raccontare con profondità storie e, allo stesso tempo, parlare con rigore e metodo della psicoterapia del narcisismo.

Articolo a cura di Laura Lambertucci, psicologa e psicoterapeuta. Specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso “Studi Cognitivi”. Ha conseguito i livelli 1 e 2 del training in EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e il livello basic del training in Terapia Metacognitiva Interpersonale.


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Consigli di lettura: “Un attimo prima di cadere. La rivoluzione della psicoterapia”

Un attimo prima di cadere

Ho avuto recentemente occasione di intervistare per Formapsicologi Giancarlo Dimaggio sul suo ultimo libro pubblicato dalla Raffaello Cortina Editore “Un attimo prima di cadere. La rivoluzione della psicoterapia” (2020).

Dimaggio, psichiatra e psicoterapeuta, fondatore del Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma, scrive un libro che tra saggio scientifico, autobiografia e romanzo, ci racconta di una rivoluzione che porta verso una psicoterapia rinnovata.

“La logica della rivoluzione esperenziale è sfuggire alla dimensione puramente conversazionale-narrativa della psicoterapia e coinvolgere immaginazione, corpo e comportamento.

Dimaggio, per compiere l’impresa, parte da un autosvelamento importante, raccontandoci di un pezzo molto doloroso della sua vita, “dove sono stato io nel baratro”, passando per il suo percorso di cura in piena rivoluzione esperenziale in psicoterapia, che lo coinvolge come paziente e terapeuta.

“Quello che è successo mi ha aiutato tanto paradossalmente nel focalizzare sul processo di cura, sul processo della relazione terapeutica, sul capire i meccanismi dove andare a intervenire quando curi le persone”.

Dopo il dominio incontrastato per anni della parola, il corpo ritorna in psicoterapia, stavolta con teorie solide come alleate, grazie al contributo delle neuroscienze: tecniche antiche vengono recuperate e utilizzate con un razionale nuovo, perché la rivoluzione esperenziale “non è nel modo di usare il corpo che c’era già, ma nel renderlo parte di un discorso scientifico”.

Nel libro, Dimaggio ci fa entrare anche nella sua stanza di terapia per mostrarci il suo modo di lavorare con i pazienti:

“Quello che a me interessa è fare in modo di creare dei nuovi pattern di attribuzione di significato che partano da una componente incarnata (…) inserire il lavoro sul corpo ti permette di leggere te stesso nel mondo nella prospettiva diversa ed è una prospettiva che una volta che è stata incardinata al sensorio si memorizza più facilmente.

Il nuovo modo di fare psicoterapia si basa quindi sul “modificare il corpo per sanare la mente” per promuovere quella “metamorfosi”, che può compiersi a patto che si sia focalizzato un momento fondamentale, quello in cui la persona si trova sul ciglio del baratro, un attimo prima di cadere: in questa finestra temporale agisce la trasformazione, attraverso tecniche quali l’immaginazione guidata con riscrittura, role-play e drammatizzazione della scena.

Il cambiamento per compiersi, tuttavia, ha bisogno necessariamente di un’altra componente importante, ossia l’allenamento tra una seduta e un’altra, per tradurre quanto appreso in terapia in un modo diverso di agire nella vita quotidiana.

Una parte del libro è dedicata anche ai terapeuti che possono avere resistenze a lavorare secondo questa modalità, legate in particolare alla paura dei propri “luoghi oscuri”, a cui Dimaggio offre consigli e suggerimenti, di cui abbiamo parlato anche nel corso dell’intervista.

Un attimo prima di cadere. La rivoluzione della psicoterapia” è un testo che ci offre storie di rivoluzioni e che invita a compiere come terapeuti “atti di coraggio, innovazione, invenzione”, gli stessi che la psicoterapia cerca di promuovere nei pazienti per uscire dal circolo della ripetizione.

Articolo a cura di Laura Lambertucci, psicologa e psicoterapeuta. Specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso “Studi Cognitivi”.  Ha conseguito il Livello 1 e 2 del training in EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).

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